Cesare Moreno: educare “per” e non “contro”

Domenica 5 maggio ho aperto la bellissima giornata di E tu da che parte stai? con l’intervista a Cesare Moreno.

Una grande emozione! A qualche giorno di distanza credo di poterla paragonare a quella che si prova sfogliando un albo illustrato che ti piace molto: lo sfogli lentamente, ti immergi nelle immagini, leggi i brevi testi che in poche righe hanno lo stesso potere di tante pagine.

Cesare Moreno racconta e ti mostra con naturalezza le sue intense esperienze educative, ti porta nel cuore dei bambini e dei ragazzi, ti lascia lì, e non puoi più tornare indietro.

La relazione educativa è una relazione di aiuto? No.

È una relazione di cura? Forse sì, se per cura intendiamo quella attività che ci consente di entrare nel rapporto con l’altro e essere gratificato dal rapporto con l’altro.

I mammiferi, a differenza dei rettili, sono contenti quando danno: nel rapporto di allattamento, c’è un riempimento e uno svuotamento, ma non c’è sacrificio, c’è godimento da entrambe le parti.

L’educazione si deve ispirare a questo modello: quando io ti do, tu mi dai. La reciprocità è questa!

Ogni bambino che riceve qualcosa da un adulto, gli restituisce moltissimo. E se l’adulto non è capace di ricevere, è qui che nascono le difficoltà! Quando io parlo con i volontari dico sempre: dare è facile, è ricevere la parte difficile.

Uno dei delitti della nostra società è quello di far sentire i giovani inutili!

 

Educare per: la pedagogia delle opportunità

Ecco l’esperienza di Cesare Moreno, “promotore di cittadinanza giovanile”!

Per me è stata una occasione importante per riflettere su un modo bello e costruttivo di promuovere i legami e curare le relazioni, nella scuola e fuori. Credo che possa esserlo anche per voi.

 

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About the author

Ho cominciato a insegnare nella scuola elementare (mi piace chiamarla così!) quando ero ragazza e anche ora, a pochi “metri” dalla pensione, non smetto di scoprire nuovi aspetti di me e dei bambini. Sono una maestra convinta e ostinata, la mia personale pedagogia non si è formata sui libri, ma in classe, e il mio pensiero guida è “non uno di meno”, che significa non lasciare mai da parte nessuno e fare in modo che ognuno funzioni al meglio del suo personale “disegno”. Soprattutto cerco il modo per far star bene tutti e per farli crescere fiduciosi in loro stessi. Ho scritto tanti libri per bambini e ragazzi, alcuni di divulgazione scientifica, molti a uso scolastico. Poi, poco tempo fa, ho scritto il mio primo libro per grandi “Tutti i bambini devono essere felici” (Terre di Mezzo Editore), perché credo, sempre di più, nella scuola pubblica.